domenica 27 ottobre 2013

IL VERO SUONO DELL' OM

Prendendo spunto dalle lettere inscritte nei petali del cakra della gola (vedi  kalachakra) vorrei mostrare un piccolo errore che più o meno tutti facciamo quando si parla di bija mantra


Quella dei mantra e delle lettere è una scienza.
Ogni vibrazione va a stimolare zone diverse del corpo e più precisa è l'emissione del suono più i risultati sono simili a quelli descritti nei testi.
Ogni lettera scritta su un petalo è una vibrazione che stimola un particolare organo, o un particolare canale energetico o un particolare processo psicofico.
Se si sviluppa una adeguata sensibilità anche il solo parlare può trasformarsi in una pratica "yogica".
L'errore, considerato veniale anche dai linguisti, è quello di confondere tra loro due segni grafici diversi che in sanscrito sono detti anusvāra e anunāsika. Il primo, anusvāra, è rappresentato come  un punto sopra la sillaba come in संयम saṃyama, mentre il secondo, anunāsika,  è una mezzaluna puntata come in auṁ. La differenza è minima anusvāra corrisponde ad una nasalizzazione della consonante (m o n) che segue una vocale, anunāsika è la nasalizzazione della vocale senza la pronuncia della consonante, come nel francese GRAND.

Si sbaglia per due motivi:
1) perché per il nostro orecchio non c'è quasi differenza trai due suoni. 
2) Perché è difficile recuperare dei vocabolari online che prevedano l'anunāsika.

Riprendiamo adesso le sillabe iscritte nei petali del cakra della gola, viśuddha.

Di solito le sedici "lettere" vengono scritte in questa maniera (translitterazione IAST): 
aṃ āṃ iṃ īṃ uṃ ūṃ ṛṃ ṝṃ ḷṃ ḹṃ eṃ aiṃ oṃ auṃ aṃ aḥ

Che in  devanagari sarebbe:

अं आं इं ईं उं ऊं ऋं ॠं ऌं ॡं एं ऐं ओं औं अं अः
 
Osservate la prima e la penultima lettera (le evidenziate in rosso). Sono identiche. Perché gli yogin parlano di 16 sillabe quando di fatto sono 15? Su questa ripetizione sono stati scritti decine di articoli pieni di disquisizioni filosofiche e di spiegazioni talvolta interessanti e altre assai bizzarre. La verità è che si tratta di un'errore: le due sillabe sono affatto diverse. La prima vocale in alto,  come si vede nell'immagine del cakra che ripropongo ingrandita,, è una "A"seguita da una "M" nasalizzata (amnng), resa nel sanscrito traslitterato con una "emme" con il puntino sotto aṃ



Mentre la penultima lettera , "NON" ha un puntino sopra, ma il candrabindu (punto-luna) e andrebbe traslitterata aṁ con una "emme" col puntino sopra.
Per noi (e per molti indiani di oggi) non fa assolutamente differenza, ma la pronuncia dovrebbe essere diversa.
Nel caso di aṁ (puntino sopra ad indicare il candrabindu) la "EMME" NON SI DOVREBBE PRONUNCIARE, ma si dovrebbe portare nel naso il suono della vocale.
E' esattamente lo stesso meccanismo per cui nelle parole francesi an (anno), grand (grande), dans (dentro) non si pronunciano le consonanti successive alla A, ma si muta la A in una specie di O prolungata e nasalizzata.
Si dirà che cambia poco, MA LAVORANDO SUGLI ARMONICI (overtones) SI SCOPRE CHE SPINGERE IL SUONO DELLE VOCALI IN ALTO, NEL NASO,  O SPINGERE IN ALTO IL SUONO DELLA "M" PRODUCE FREQUENZE DIVERSE.
L'utilizzazione dell' anunāsika invece dell'anusvāra ha degli effetti che non sono proprio trascurabili. La sillaba sacra "", per esempio, traslitterata auṁ, non si dovrebbe pronuciare OMMM o AUMMM come si fa comunemente, ma come la "A" del francese grand prolungata: o [au] e dovrebbe produrre degli armonici particolari. L'OM che si pronuncia comunemente nelle scuole di yoga o nelle sedute di meditazione è la tredicesima sillaba del cakra della gola, ओं oṃ o, a volte la quattordicesima औं auṃ. 
Il "vero"   auṁ è composto da due suoni vocalici pronunciati senza far sentire la "M"  intonati alle "note del cuore", frequenze corrispondenti più o meno al "FA" e al "FA#" della nostra scala musicale. Ed eccoci al punto fondamentale: Il segreto dei mantra è l'intonazione. Ogni cakra emette/risuona una serie di vibrazioni chiamate marIci["luce delle stelle"] o nāda ["trillio di campanelli"]. Ogni gruppo di vibrazioni ha una sua nota fondamentale e queste note formano la scala musicale. Se dessimo un'occhiata alla teoria musicale indiana e alle corrispondenze tra note, cakra, divinità, animali, molti degli oscuri simboli dello yoga diventerebbero immediatamente chiari e la valenza "operativa" dei mantra salterebbe agli occhi.
Qua sotto ho preparato uno schema che dovrebbe dare un'idea della complessità del lavoro sui mantra (e sulle mudra e sugli asana...) e dei veri significati dei simboli animali che compaiono nei testi e nell'arte sacra indo-tibetana. 
Nella prima colonna ci sono la nota della scala occidentale (p.e. Do) e il suo equivalente nella scala indiana (p.e. Sa).
Nella seconda colonna il nome intero della nota (Sa, Re, Ga, Ma, Pa, Da, Ni sono solo le iniziali)
Nella terza colonna il significato letterale, che riserva delle sorprese per chi, ad esempio, si occupa di Chimica (il vero significato di Mi/Ga è "OSSIDO DI PIOMBO" o "PIOMBO ROSSO").
Nella quarta colonna l'animale corrispondente. Piccola parentesi: prima di sfasciarsi la testa con i riferimenti esoterici e i significati nascosti degli animali, è meglio tener conto del fatto che gli indiani non avevano il diapason. Per accordare gli strumenti usavano i suoni degli animali, per cui se scrivo che Do/Sa corrisponde al PAVONE significa che accordavano il Do con il canto del pavone.
Nella quinta colonna c'è il Cakra o plesso energetico corrispondente, e nell'ultima (la sesta) la divinità che presiede la nota, ovvero IL NOME CHE GLI INDIANI DANNO A QUELLA PARTICOLARE VIBRAZIONE E AGLI EFFETTI CHE QUELLA VIBRAZIONE HA SULLA MATERIA....
Do/SaShadja
(षड्ज)
nato da sei/
che produce le sei note
pavonemūlādhāra/perineoGanapati
Re/ReRishabha
(ऋषभ)
antidoto/toroallodolasvādhiṣṭhāna/genitaliAgni
Mi/GaGandhara (गान्धार)ossido di piombocapramaṇipūra/ombelicoRudra/Shiva
Fa/MaMadhyama (मध्यम)"che sta nel mezzo"aironeanāhata/cuoreVishnu
Sol/PaPanchama (पञ्चम)quintacuculoviśuddha/golaNarada
La/DhaDhaivata
(धैवत)
terra/dea della terracavalloājñā/fronteSadasiva 
Si/NiNishadam
(निषाद)
cacciatoreelefantesahasrāra/fontanellaSurya 


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